Lui, Giuseppe, di allievi ne ha avuti centinaia. Ha insegnato per decine d'anni materie giuridiche nelle scuole secondarie superiori, soprattutto ad Aprilia.
Sono quindi onorato dal giudizio positivo, da insegnante a insegnante, che ha espresso su di me e che è riportato, su questo blog, nell'articolo sul corso di Word Base dell'ottobre 2010.
Giuseppe è stato una presenza importante, che ha dato qualità al corso.
Sull'uso dei computer, parte da più lontanto e ha quindi bisogno di più tempo per imparare. Però ci ha ricambiato con opinioni, commenti e anche delle piccole opere letterarie.
E' a lui (e anche a Sergio) che Valeria L., sua collega di corso, fa riferimento qundo dice:
"all'inizio del corso quando ho visto che i compagni non erano tutti della stessa mia età pensavo che avrebbero rallentato l'apprendimento.... e invece "PERLE DI SAGGEZZA" mi hanno regalato tanti sorrisi :-)"E' sempre Giuseppe che Vita Rosa D., un'altra corsista, ha ringraziato esplicitamente:
"GRAZIE GIUSEPPE, ci hai fatto un dono: Ognuno è un tesoro nascosto!"Mi pare quindi giusto condividere con le folte schiere dei lettori di questo blog due tesori che ci ha dato Giuseppe, col permesso di pubblicarli.
Il primo tesoro è una poesia, sui computer e in dialetto romanesco, che Giuseppe ha scritto una ventina di anni fa. La poesia ha non aveva titolo, per cui le ho attribuito quello provvisorio di Ode al computer.
Il secondo tesoro è un racconto lampo, scritto da Giuseppe qualche giorno fa, dopo la prima mattinata del corso di Word Base, una volta tornato a casa. Anche quest'opera non ha titolo e la chiameremo provvisoriamente La selva oscura.
Ode al computer (di Giuseppe Venturo, circa 1990)
Co na semplice tastiera
e no schermo der TIVU'
te risolve in un momento
li problemi che ci hai tu
Al dolore de li calli
se tu ci hai le scarpe strette
con du botte su li tasti
te programmi le solette
Hai capito quanto serve
sto moderno machiavello
te modifica la vita
sia col sole o con l'ombrello
Te trasforma l'esistenza
col progresso de la gente
ma se torna alla foresta
quanno manca la corente
La selva oscura (di Giuseppe Venturo, ottobre 2010)
Oggi sono andato a lezione di computer, presso un Centro studi finanziato dalla Provincia di Roma, per cominciare un Corso di Base.L'insegnante pensava che tutti gli allievi conoscessero almeno le nozioni fondamentali del computer, ma non era così; c'erano due somaroni: io e Sandra, non sapevamo neanche accendere il computer.
Dopo vari inutili tentativi, incazzati, invece di accenderlo, gli avremmo volentieri dato fuoco!
Passò oltre mezz'ora, ma poi, con un lampo di genio, capimmo che in fondo al tavolino su cui poggiava il computer, esisteva un interruttore. Incuriositi lo pigiammo e... miracolosamente si accese una luce blu che, oltre ad illuminarci la punta delle scarpe, ci fece capire che il computer si stava svegliando.
Notammo, quasi subito, sotto la base dello schermo, un pulsante rotondo, circondato da una luce verde, che ci invitava a farsi palpeggiare.
Cedemmo alle lusinghe e, decisi, gli mettemmo un dito al centro!
Come nei film di Harry Potter, comparve all'improvviso un bosco in pieno autunno che per noi era una vera a propria selva oscura!
Grazie ad un intervento di vino, un buon bicchiere di Rosso di Montepulciano ci schiarì le idee, capimmo che, per i cervelloni, la selva oscura è sinonimo di DESKTOP.
Fu solo allora che gli alberi presero forma, trasformandosi in file, cartelle e programmi.
Che c'entra Giuseppe con le Google Apps?
Bella domanda. Anche se la fantasia di Giuseppe non c'entrasse niente con le Google Apps, lui si meriterebbe comunque uno e più articoli (post).Mi piace pensare però che la creatività di Giuseppe sia stato riaccesa dall'utilizzo di alcune applicazioni di Google, come la posta elettronica con GMail e il cloud computing con Google documenti.
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fantastico!!!
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